un testo di Elena Marrassini,
fotografie di Virginia Zoli.
Sindrome da Colon Irritabile (SCI): “disordine funzionale gastrointestinale caratterizzato da dolore addominale associato a un cambiamento nel numero di evacuazioni e/o della consistenza delle feci”.
Che poi io di questa storia che l’intestino è il nostro secondo cervello ne ho veramente abbastanza. Il mio cervello fa ciò che voglio io, il mio intestino fa quello che gli pare.
La mia psichiatra dice che non è l’unico disordine funzionale che ho e anche lo psicologo insiste su questo punto; dicono che ho un rapporto disfunzionale con la mia rabbia e che il mio intestino si è ammalato a causa di ciò. Mi fido di loro, ma su questo non li capisco: io di irritabile ho solo il colon. Sono la persona più calma e meno irritabile che conosco. Per quanto uno possa conoscere se stesso. È anche vero che dalla psichiatra e dallo psicologo uno ci va apposta, per conoscersi. E una cosa l’ho capita: non mi arrabbio mai perché non ce la faccio, è tipo un istinto di conservazione.
Non mi arrabbio quando mi passano davanti in fila a mensa.
Non mi arrabbio quando il mio capo sfoga le sue frustrazioni su di me.
Non mi arrabbio quando io sfogo le mie frustrazioni su di me.
Quello che conta è lavorare su se stessi, lo dice sempre lo psicologo.
Ma io sinceramente non ho capito su che cosa di preciso devo lavorare. Adesso poi, sono pure innamorato: frequento una ragazza bellissima.
Bella più di Cinzia, che è bella anche ora, per carità, però quella benda sull’occhio e i denti che non sono più i suoi… un vero peccato, glielo avevo detto, le dissi calmo, “Guarda Cinzia che sarebbe un peccato”, ma lei niente. E allora.
Invece questa ragazza di adesso mi dice che le piaccio perché sono un tipo tranquillo e sicuro di me. Anche lei è una tipa tranquilla e sicura di sé.
Ci incrociamo al CIM, al Centro di Igiene Mentale, quando i nostri orari combaciano, alle 19 il martedì e il giovedì. Poi andiamo a farci due bevute. A testa. È il nostro segreto.
Una compressa di carbamazepina, la mia, e cinquanta gocce di benzodiazepine, le sue, mescolate e poi sciolte in due bevute che sciolgono lei, me, e i nodi duri dentro al mio fianco destro: smetto di avere spasmi addominali chiacchieriamo ridiamo e non devo mai andare in bagno a nascondere muco, sangue e odori.
Quelli sono i nostri viaggi preferiti nelle nostre notti preferite.
Appena finirà questa cosa dell’obbligo di firma tutte le sere, le chiederò di viaggiare insieme verso un posto dove la notte dura sempre dodici ore.