Description
Questa è la figata più grande che abbiamo mai combinato.
Da bambino ero ossessionato con Giovanni Muciaccia, quello di Art Attack, quando lo davano sul due. Ma tipo ossessionato proprio. Alla domanda cosa vuoi diventare da grande, la risposta era sempre la stessa.
Cioè capiamoci, quel maledetto pacioccava con le sue poltiglie di carta igienica e colla vinilica, le metteva in forno e dopo mezz’ora usciva un vaso della dinastia Ming del quattordicesimo secolo. Allora chiamavo mia nonna ad aiutarmi, la costringevo a infornare le mie creazioni a centotrenta gradi e, per quanto la poveretta protestasse, io insistevo con questa storia di Muciaccia e che l’avevo visto in televisione e che sarebbe uscito un vaso Ming in porcellana. Attendevamo i rituali trenta minuti uno di fianco all’altra, gli occhi fissi sul forno. Qualche volta, ne sono certo, ci credeva anche lei.
E invece niente, sulla teglia calda c’era sempre sostanzialmente un grumo di carta igienica e colla vinilica bruciata. Ho giurato odio a Muciaccia, mia nonna pure. Mi ha consigliato di provare a lasciar perdere le cotture per un po’, dedicarmi al cartoncino colorato. Forbici dalla punta arrotondata e via, sarebbe stato un successo garantito. La carta non delude mai.
Oggi è successo, siamo diventati di carta. Il Super Tramps Club, questa casa editrice vagabonda, che ama la strada, oggi per strada ci è arrivata davvero. Quel mattacchione di Luca Pedone aveva in mente questo quando ha avuto l’idea, l’anno scorso, di stampare una rivista letteraria. Sentivamo il bisogno di approdare in modo tangibile sui binari, nel mondo, nelle terre estreme. Luca ha pensato a un nome, a un colore, e intanto Giovanni Muciaccia si ritagliava nei miei pensieri «uno spazio di un’ampiezza singolare», come scrive Sibilla nel racconto breve “Dev’essere accaduto di notte”. Ora non odio più Muciaccia, la nonna mi chiede cosa sia un tramp ogni volta che la vedo e “Dev’essere accaduto di notte” è diventato solo il primo di decine e decine di racconti che abbiamo pubblicato. E non abbiamo intenzione di smettere.
Quelli che state per leggere, di racconti, ci hanno mozzato il fiato. Ci hanno emozionato, messo i brividi, ci hanno ricordato perché a noi di STC piace considerarci una casa di editrici ed editori. E come dicevo, questa è la figata più grande che abbiamo mai combinato.
Vi ringraziamo per l’affetto con cui avete supportato il numero zero e il calore con cui avete partecipato alla campagna di raccolta fondi per stampare le pagine che tenete tra le mani. Tipo quelle che Robin Williams fa strappare agli studenti in Dead Poets Society. Non fatelo. Oppure fatelo, se volete. Anzi, sapete che vi dico, potete metterle pure nel forno, perché questo, in fondo, è il nostro grande art attack.
Giulio Frangioni, “Editoriale”
Reviews
There are no reviews yet.