una raccolta di Silvia Maria Molesini.
Stamattina dopo ierinotte – trittico
1.
stamattina dopo ierinotte vedevo uno spirito ma da un bel po' smesso il bere insomma lo spirito che vedevo sembrava autonomo e forse non lo vedevo ma ci pensavo gli spiriti ci stanno al pensarli e oh diceva cose, diceva cose, una era il fatto che eravamo lontani, io e lui lontani ma interminabili. Cazzo penso che morirò dopodomani di un cancro al polmone perfetto e lui mi dice intramontabile dovrà spiegarsi meglio penso mentre lui mah, non insiste mahi, sta fermo e non gliene frega niente dei mali sembra intento in una sua cosa piana estrae atomi, poltiglia informe, supera e quando gli dici la vita risponde come è uno spirito, ok? stasera rideva dell'amiloide che intasa e ci fa tutti uguali, uomini sgambettanti amari ma ieri notte, giuro, c'era d'aver spavento i massi di tutte le colpe come un ponte che ti crolla addosso e soffochi. Invece al mattino lo spirito viene dolce e insomma parlava una lingua sua: ti sei remenata tutta la notte, vorresti ora per favore guardare oltre, eh, vuoi?
2.
un'altra cosa che mi ha detto è stata che non avrei avuto dolore diceva morfina morfina ma era per convincere, lo ascoltassi lo so: sottile era un verso uccellino quando di mattina li senti sentimenti infilare tutte le melodie del mondo e quanto sono piccoli e ignoti scattati sui rami di qualunque gelso infilati nelle reti che li uccidono sempre cantare il tutto solato qui sempre cantare cuoricino battere
3.
un'altra cosa che mi ha detto è stata di pensarmi infinita come una pietra torrentizia o una storia generale, ho amato quel che non specifica, vede le cose andare dopo venute e le vede come non fossero ha l'occhio del sale giubilo qui da noi ciccie che non sappiamo mangiare
una cosa lunghissima su Berengo Gardin.
una cosa lunghissima su Berengo Gardin spare dal cosmolettrico la guardiamo andare io la libreria soffusa in luce periodica e il mondo
che non ci vuole. Tutte le cose sfumano nella luce decisa le collezioni di bello spaventate si dirigono verso un risultato ottimale invertito
mentre nell'occhio rimasto rallentano sembrano distanze grandissime a dare il nero compreso il lavoro inutile il tempo converso
le barche indispensabili sotto le piante in sete non si emoziona il ricordo rappresentato non è la demenza terrifica questa volta a togliere:
senti 'sta morte che viene in luce storta!
eterno ritorno del
fracasso della giovine terra di mezzo ogni giorno santo: ma si ricorda qualcosa di questo molto bene; credo li lascerò parlare quasi amando- li, loro che si vedono piccoli
in quel momento esplodono di qualunque cosa vera più vera è, se si trasformano (in cosa vuole dire) Sé sono esplodono continuamente, la vecchia storia-niente, comunque
creda: potrà fermare questo adesso che fonda molte vecchie cose assolute, dirsi leggero-facile dirmi pesantissima-morta: che siamo verticali insieme che ci guida un'immagine che non ci ha mai visti.
tutte le foto di Marialaura Di Renzo.