una raccolta di Andrea Seminario.
Ascolta questa raccolta, dalla fine all’inizio.
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Per tutto questo tempo
Anche se ho viaggiato da solo
Devo ammettere che ho imparato molto
Come lo so? Lo so
Insomma, resto qui sdraiato
Ancora una volta con gli occhi persi
A guardare questo tremolante
Debole candido spirito celeste
E quel che sento è
La mente lucida che chiude il cerchio
Quando in danzante cerchio tutto passa
Per i miei occhi e rapido sfugge
Come sabbia tra le mie dita
È un lavoro estenuante
Una marcia su Roma senza Roma all’orizzonte
E sto bene dopotutto
A guardare ogni momento passare
Come se non mi conoscesse affatto
Facendomi sentire estraneo a me stesso
Anche se ho viaggiato da solo
Per tutto questo tempo.
Chuck Morian e la stella cometa
La verità vi renderà liberi
gli ha detto un giorno qualcuno
La verità ci renderà liberi
come se non fossimo già liberi poi
ma che cazzata
ha pensato
che cazzata è mai questa?
Il cielo azzurro lo vede
e scommetto lo vedi anche tu
se alzi per un attimo gli occhi
è facile
il cielo azzurro lo vede
lo vedi bene scommetto
anche senza andare in chiesa la domenica
anche senza pregare la sera
anche senza restituire
il portafogli che trovate a terra
anche senza verità insomma
o forse la Pizia parlava non
delle piccole verità quotidiane
ma della grande Verità
che veglia su ogni cosa e allora
allora forse è lui che non ha capito
proprio un bel niente
però in verità la Verità non gli serve
perché il cielo lo vede
la terra lontana vista ad occhi aperti
da questa cometa d’avorio incendiata
il vento quando gli scompiglia i capelli
è vento comunque
che sia vento vero o vento falso
chi se ne fotte
e il punto è in verità questo
la verità ve la siete inventata voi.
lady comet
Dimmi perché vale la pena vivere
se di tutto questo un giorno
resterà quel gusto amaro
di una sconfitta che non sai accettare
perché non hai saputo evitarla
Dimmi perché è così difficile
lasciarsi andare all’idea che prima
o poi dovrò lasciarti andare
tra le pieghe dei ricordi che porto
come un fardello bucato e
che sta perdendo i pezzi sulla strada
che percorro da solo impolverata
Dimmi perché è vuota questa via
che non riconosco
perché i passi nel fango non sono i miei
perché il sole non ha colore
il cielo non risplende
il canto del mare non ha voce
se non passa attraverso gli occhi tuoi
Dimmi perché anche
quando mi guardo dentro
non vedo niente
perché non vedo te
Non vedo l’angolo di terra
dall’oblò di questa nave
dopo cento giorni di cielo dorato
ad imprecare di poter andare
lontani tutti da qui
tutti sulla stessa barca
con lo stesso mal di pancia
dietro al vento come il mare
dove il vento vuole andare.
Aaron
Andiamo andiamo andiamo
andiamo
Che importa dove, basta andare
ritmo passo cadenzato mai fermarsi
fiume saltare dobbiamo andiamo
che bello quel film
faceva cagare ma ora come ora
lo guarderei di nuovo
un altro centinaio di volte
se il primo non bastasse
Non mi sono mai drogato e mai lo farò
ma Aaron mi dice di provare
o forse è Roy
sì, è Roy, scriverò un libro su di lui
(oh, cristo quante virgole)
Le cronache di Roy
il grande eroy
che non ho mai visto in vita mia
ma ricordo che sorrideva davanti alla TV
cioè, dall’altra parte
insomma, dentro la TV
non ci sono mai entrato, non so dirvi
se fa caldo o freddo
ma, ricordo, sorrideva
(oh, cristo quante virgole)
il grande eroy
che non ho mai visto in vita mia.
Fiori di Loto
Il primo giorno ho preso
un fiore in mano
Mi guardava pallido e respirava piano
-strano sembrerà a voi
ma chi siete voi? –
lui era caldo e fresco insieme
e poi non parlava e io odio
odio profondamente le parole vuote
sputate da bocche piene di saccenteria
che di saggezza non hanno nulla
Accanto a lui c’era un altro fiore
e ho pensato che insieme
non potevano stare
allora ho mangiato il primo
perché volevo distruggere
qualcosa di bello
e il secondo ha iniziato
a parlarmi dicendo che lui
lui aveva nome e cognome
ed io ero stato così
tremendamente ingiusto
e si mise a piangere e pianse così forte
che mi svegliai ma il fiore
era ancora lì in lacrime e
continuava a parlare e io ascoltavo
perché almeno aveva qualcosa da dire
un motivo per parlare
e capii il suo tormento e che
avevo sbagliato e mi odiai per questo
ma era troppo tardi per odiare
-è sempre troppo tardi per odiare-
perché ormai quel magico fiore
in lacrime era diventato fanciullo
breve cantilena nel vento sfuggente
ed io fuggiasco ad ascoltare.
tutte le foto di Sofia Lupul.