Fast

una raccolta di Fabrizio Pelli.

1.

scarpe slacciate
sgambettano il vecchio
che mi ha tagliato la strada
nella gara corsa sul marciapiede
verso il pronto soccorso
	l’obiettivo era il ritorno
non oltre le 12:00
ora di pranzo
la mattina come un riquadro
con ogni evento in un’annotazione
da scrivere in grafia arricciolata
sul calendario appeso in cucina
	nel cadere
i drappi della giacca slacciata
sbattono e lo accompagnano
	ali di gallina
lento all’asfalto
e sproloquiano profumo
che mi sfanga la faccia
	muschio
	vetiver
	vecchiaia

2.

dal finestrino
saluto un bambino 
che piange di fame
e la madre in corsa
urla 
	basta
nella maratona di oggi
ha deciso di fermarsi 
appena prima del traguardo
	la cena
e il capo di due anni
le ordina il nuovo budget

3.

comprerei a 8.99 €
	tra due strati di pane
la polpa di un tempo tritato
poi schiacciato 
e succosamente condito

4.

ho aspettato troppo
prima che dal bagno uscisse
una ragazza perbene
	classica gonnellino al ginocchio
	separata in quadrati dai bordi gialli
	e camicetta abbottonata fino al terzo
ha sorpassato la soglia
con un piede
	poi con l’altro
		con un piede
			poi con l’altro
si è lasciata dietro
cocco vaniglia ylang-ylang
	una testa di salvia
poi di fronte al gabinetto
il ferro primordiale
del sangue arrugginito
e per terra
un assorbente sporco
rosso
	scarto

5.

vestirsi a maggese
non serve
se sul maglione nuovo
si accumulano a branchi 
pallini di cotone
dopo il primo lavaggio
	balle di fieno
che galleggiano
sul tessuto collinare
e si staccano a strapparli
	tirando un filo
	arricciando un fondo

6.

sei le parole che ho smesso di usare
  	credere
  	focolare
  	sereno
  	valore
sei le telefonate alla mattina
  	risponde la segreteria telefonica di
  	tre nove due
  	due nove cinque
  	sette sei
  	sette zero
  	lasciare un messaggio
  	dopo il segnale acustico
sei la tazza di caffè evaporato
in tre giorni sul tavolo del salotto
  	rimane la macchia
di un buio marrone
che il detersivo svelto
fatica a sbiancare

tutte le foto di Rosalba Panacciulli.

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