Eleanor

un racconto di Mirko Fioretti.

Piovve.

E poi piovve ancora più forte.

Solo una volta che l’autista parcheggiò a mezza yard dalla parrocchia il neo-padre McKenzie si accorse di essersi inzuppato l’intera manica sinistra; il finestrino perdeva. La strada che rimaneva da fare fino al vecchio convento era un pantano ribollente di gocce ed il vescovo teneva alzata la tunica come una signora; padre McKenzie continuava a chiedersi come mai il vescovo Bennett si stesse scomodando tanto ad accmpagnarlo fin lì; forse provava simpatia per lui e la sua storia l’aveva colpito…

Meglio non pensarci. Il passato ormai era passato e tale doveva rimanere.

Nei mesi successivi padre McKenzie scoprì che la strada per il paese era di una ventina di minuti a piedi lungo un sentiero che passava per i campi, e dal convento situato su di una collina si poteva godere di una meravigliosa vista in compagnia del vento che spesso spirava forte; distese di campi, alcuni coltivati, altri solo brughiera, e poi boschi, ad Ovest Liverpool, una grande chiazza grigia sotto un cielo grigio e sopra un mare verde.

La mattina si svegliava e si sciacquava viso e corpo con acqua gelida, poi andava a pregare dinanzi a quella vista e le preghiere non erano mai abbastanza.

Successivamente faceva colazione con un tozzo di pane e della frutta e si dedicava alle faccende, come scendere in paese per comprare da mangiare. Il resto della giornata lo passava a pulire e sistemare quel vecchio rudere. Sembrava che non l’avessero abbattuto solo per lui; ed in effetti mandandolo in quel luogo il vescovo Bennett aveva compreso il vero motivo di quei suoi voti presi così repentinamente.

La sera padre McKenzie si metteva a letto pregando e si addormentava con lo sguardo fisso al soffitto ammuffito e le mani giunte in preghiera per poi svegliarsi il giorno dopo con la stessa paura che le preghiere non fossero abbastanza. 

Un giorno padre McKenzie era sceso in paese per comprare delle sedie nuove. Voleva sostituirle nella misera mensa che quel piccolo edificio di mattoni possedeva, ma nella piazza, proprio di fronte alla bottega dell’arredatore, un bambino gli tirò l’abito e gli chiese:«Signore! Ma è vero che nel tuo castello sulla collina hai un calderone dove ficchi tutti i bambini cattivi che ti bussano alla porta e poi scappano?». Fece una pausa per fissare il parroco, poi riprese ancora più squillante:«E che mangi ali di pipistrello a colazio-» la madre lo afferrò e con forza lo spinse dalla sua parte, la sua faccia comunicava un grande disagio. «Lo scusi, è un bambino vivace» poi proseguì:«Lei è quel prete che è venuto qui per fuggire dalla polizia giusto…?».

Padre McKenzie annuì e basta.

Il paese chiacchierava di lui, e chiacchierava anche una marea di fesserie; di “stronzate” pensò padre McKenzie. 

Ma una sera, proprio mentre Hitler pubblicava il Mein Kampf, l l’Europa si riprendeva dalla Prima Guerra Mondiale e negli Stati Uniti scoppiava il Jazz, qualcuno bussò con forza alla porta del convento e lasciò una neonata in fasce, con una lettera.

A priori padre McKenzie pensò si trattasse di un cesto di omaggi regalato da chissà quale signora “devota”, ma poi lo osservò meglio e si rese conto che il cesto piangeva e mugugnava. Dei genitori nessuna traccia; solo una lettera di finissima carta scritta da una mano precisa. 

“Buona sera, padre. 

Mi rincresce che le circostanze avverse in cui mi trovo mi portino a sgattaiolare come un criminale alla sua s.issima porta: spero che lei mi potrà perdonare. Le affido la piccola Eleanor: il mio onore, la mia dignità, il mio matrimonio, nella certezza che lei possa accudire la piccola Eleanor con l’amore di una madre e di un padre, con l’amore di Dio.„

Padre McKenzie la portò dentro di corsa, senza nemmeno tentare di scorgere l’espositore, o espositrice che fosse, la bambina avrebbe potuto morire di gelo! Che scelleratezza! Ma d’altronde non avrebbe dovuto stupirsi di un genitore che disconosce la propria prole. 

Padre McKenzie si sentì in un bildungsroman del secolo scorso.

Nei mesi successivi il vescovo Bennett decise di lasciare, in via assolutamente eccezionale, la custodia della neonata al parroco che risiedeva nel convento abbandonato di Saint Michael.

Padre McKenzie cominciò a uscire sempre più spesso per comprare ciò che sarebbe servito alla pargoletta, cominciò anche a pregare sempre di meno; non ne aveva più così bisogno per redimersi. Fece le carte ed in pochi mesi(e qualche pressione del vescovo che sembrava tenere alla sua causa)ottenne la custodia della bambina. Voleva farle avere dei primissimi ricordi d’infanzia piacevoli; in cuor suo era convinto che essere abbandonata di notte dai propri genitori non era sano come inizio, anche se non se lo sarebbe mai ricordato. Perciò uscì più volte per comprare un grammofono e dei 78 giri; li metteva e raccontava alla piccola Ellie come mai era fuggito da tutto. Eleanor gradiva soprattutto quel nuovo Jazz di certi Duke Ellington e Louis Armstrong. Per il primo anno di vita padre McKenzie si affidò ad una balia, ma poi l’allontanò con sollecitudine; aveva paura, troppa, non poteva perderla.

Non si sarebbe mai separato dalla bambina, MAI.

Non scoprirono mai chi fossero i genitori di Eleanor, nonostante le malelingue fossero moltissime. 

C’era un aereo in cielo; solcava i cieli come le navi che aveva visto nel porto di Liverpool qualche giorno prima, ma non c’era da temere.

Eleanor aveva capito come distinguere i raid dai semplici aerei militari di passaggio; nell’aria non c’era nessuna atmosfera di pietra… E dal cielo non cadeva nessuna bomba. Negli ultimi cinque anni gli attacchi aerei erano diventati sempre più frequenti e tutti erano sempre più nervosi, dicevano che a Londra la gente si rifugiava sotto terra come le talpe! Ma lei non aveva paura perché finché aveva Robert al suo fianco poteva stare tranquilla. Robert, che per quei pochi con cui parlava era “padre McKenzie” , era il suo unico vero padre e non se ne sarebbe separata mai; lo amava. La sua amica Lizzie giù al paese diceva che non era molto normale che lei amasse un vecchio cinquantenne, ma una che era segretamente innamorata di suo cugino non era nemmeno da calcolare.

È vero, Robert non voleva che lei frequentasse altre persone, ma era solo un po’ all’antica. Come poteva non compatirlo? 

Eleanor comunque stava per compiere 19 anni, ormai era grande, ma non voleva lasciarlo; sarebbe morta piuttosto!

Aveva invece in mente un’idea che la faceva sentire di burro fuso su di una piastra; il suo cuore e le sue budella e le parti più delicate del suo corpo sfrigolavano e si scioglievano al pensiero. Ora che ci rifletteva, come poteva quella puttana di Lizzie dire che il suo amore non era normale, se la rapiva così forte? Voleva togliersi questo peso, e magari Robert avrebbe finalmente sorriso. 

Era Domenica ed avevano comprato la carne, il latte e le uova, avrebbero pranzato come si deve nonostante la guerra, la tavola sembrava una cornucopia. Ma a un certo punto l’aria fischiò e ne seguì un boato che pareva avrebbe potuto abbattere una montagna.

Poi un altro sibilo; e la terra chissà dove perse altri pezzi di sé dispersi nell’aria. 

Eleanor era terrorizzata ma… Od ora o mai più. Tremavano entrambi ma lei alzò la voce e gridò:« Ti amo! Non lasciarmi!» e lo baciò con la forza di chi ama davvero. Ad un certo punto un grido da Robert, gli attimi erano eterni e di cristallo, la faccia di Robert contorta in un’espressione di disgusto laocoontiana, lui la colpì con la grossa mano, lei cadde, spigolo del tavolo, tutto nero. 

L’incubo finì pochi minuti dopo, ma la pozza di sangue ed il viso di Ellie che subiva spasmi accasciato al pavimento furono immagini che tormentarono per sempre padre McKenzie. 

Ripulì tutto sommariamente e la seppellì sulla collina, verso il paesaggio che tanto gli aveva ispirato timore verso Dio.

Si sentiva nuovamente come più di 20 anni prima, quando premendo il grilletto la uccise, ma questa volta non poteva farsi prete. 

Padre McKenzie si puliva le mani dalla terra mentre si allontanava dalla tomba, alla fine nessuno fu mai salvo dal suo destino. 

tutte le foto di @rara_pinkman.

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