una poesia di Giulia Jo Zavaroni.
Sàara. La osserva ognuno con le carezze dei propri polpastrelli e gli occhi dell’amore.
In lei ti annulli e ricostruisci, le tue dita corrono sulle sue strade, la mappano, rincorrono il brivido sempre nuovo del creare sentieri ignoti.
In lei ti perdi, nel labirinto della sua architettura levigata, candida, morbida, e abbandoni ovunque passi briciole di baci per non scordare il cammino, anche se sai che non tornerai mai indietro, non riuscirai ad abbandonare facilmente le onde spumose dei suoi capelli e non vorrai perdere il limpido scampanellio della sua risata.
Una mano timida ardisce avventurarsi sui colli del suo corpo, la città pare tremare sotto le tue dita e ne odi le fondamenta scricchiolare, il suono è ovattato mentre la brezza che corre tra i vicoli porta girotondi di foglie, odore d’amore e sfiora il tuo collo.
Cerchi di interpretare il cielo, le nuvole nei suoi occhi, e preghi che non piova: sei allo scoperto.
illustrazioni di Ping Zhu.