una raccolta di Fosca Navarra
editing di Stefano Tarquini.
Altruismo
Inciampa nel tuo pianto l’abitudine di essere il maroso e non contraccambiare impersonando le scogliere.
Quando squarci la quiete e ti riveli oltre gli anaglifi acquamarina anima di magma faccio capolino da me stessa: vali questa morte pontificia che scandisce il mio altruismo.
Epos
Ma a pensarci eri leggendario eroe dell’epos, sguardo consanguineo al verde delle ninfe e fiore tolto fatalmente a Meleagro. Quanto e quanto grande sarà stato ogni tuo nome sulla Terra, abito dismesso uno per volta e che ora adorna il cosmo, astro di nome ognuno senza nome alcuno che riaffiori alla memoria certa; eppure tu li rechi forse sopra ai segni di crepuscolo che del tuo viso annunciano crepuscoli di vite immense, ognuna stella germinata dalle Muse e apparsa come un volo ardito, un canto assai impetuoso di torrente in ogni tempo apparso — nella selva dell’umano tu risuoni, limpido riverbero del virtuosismo andato agli immortali. Luci del Pensiero, avvolte nelle membra poi lasciate ancora incandescenti di ogni soffio che inquieta l’uomo e te tortura, Luci del tuo dardo in fiamme contro le bufere, io le ho viste come il primo uomo ha accolto il dono di Prometeo ma a pensarci e a ripensare a te che nasci ancora e ancora e ancora al mio cospetto da due scaglie astrali e una favilla, eri un leggendario dio scaduto o il suo miracolo più grande.
La rugiada
Tanto stanco, il frutto dell’amplesso tra il mio incendio e il tuo annegare.
Estasi di luci moriture
Guarda in fondo, come la foschia si agguanta alle comete e stringe e ride mentre scivolano piano i pezzi malinconici di stella. Guarda ancora lei, che insiste attende e tende braccia dall’ampiezza siderale, perché sa che anche i prodigi sono come lei, abbastanza effimeri da non aver tempo in abbondanza per cadere e trapassare. Estasi della poesia che accade quando il tempo vibra pure dentro alle comete, la foschia si addensa e noi siamo le costole del cielo.
L’utero della letteratura
Tempo per me stessa: riordino tra pagine di genio altrui il mio bolide incagliato. Prima o poi riparti, gridano sparuti guidatori reboanti in fondo — seme penetrato già nell’utero della letteratura. Qual è il punto esatto di parabola tra morte e gloria in cui si è vivi?
Dimentico tutto
Dimentico tutto, persino travagli trascorsi nel passo indistinto dei nostri capelli.
Parole voce seme
Leccami con la tua lingua di hapax colti uno per uno a mo' di gigli dalla terra felix di ogni polso e battito di collo di ogni lembo in cui risiedi in forma di parole voce seme pregno dello spirito dell’unicum (mi hai detto, un giorno che ogni giorno si sarebbe replicato sì, per sempre; e ci ho creduto un attimo nel quale ti baciai) perché davvero, no, non si ripete il posto sconfinato in cui tramuti i graffi in perle e allora leccami con la tua lingua perché hai torto sulla morte, che verrà a falciare via ogni fiore della terra noi compresi
ma magari non i gigli, trapiantati sulla mia nuda campagna in cui risiedo in forma di parole voce seme pregno dello spirito (...)
ma magari non i gigli, trapiantati sulla mia nuda campagna in cui risiedo in forma di parole voce seme pregno dello spirito (...)
E allora anch’io ti lecco e porto i gigli hapax neologismi lingua viva vivida corrente
E tutto si ripete il bacio e le parole nella pelle e anche la morte che però non tocca i gigli non li tocca
E allora forse.
Ghost track
Stella polare
Quasi mi ricordo dei risvegli di matassa, del respiro suono di sorgente nella sabbia sconfinata dei dinieghi e del distacco, quasi quasi mi ricordo il navigare senza smarrimento né dilemma tra l’inerzia e il crollo, quasi il navigare (sciogliere quei fili mai soluti) fino ad approdare in terraferma - stella che si scorge a occhio nudo e guida ormai abdicata, nei bagliori mai bastanti del mattino la tua palpebra dischiusa su una luce più potente.
tutte le foto di Mia Battimelli.