una raccolta di Massimo B. Dolci.
Madre
Spinger fuori prole urlante: questo è Madre? E poi provvedere acché questa Ben cresca e non sia d’impaccio al mondo E sappia guidare e pagar le tasse
È questo Madre? Sapere educare I nostri bravi figli a rimpiazzarci E poi da vecchi a disprezzarci sempre, A guardarci dall’alto in basso, a prenderci Dai rugosi pugni chiusi le magre Accumulate scorte in anni grami?
Questo è Madre? Sopportar che le nostre Ingrate figlie gazze ladre dicano Che è nostra la colpa, che abbiamo noi Tutto sbagliato, che se loro sono Infelici e storte tutto risale A quella volta che gli urlammo contro?
Questo è Madre: saper fino alla morte Ricordar quella volta giù alla spiaggia E l’acqua acre salata e il sole forte E il bimbo davanti alle onde smarrito Che chiama con il dito per proteggersi Dai spaventosi flutti, come manna Che scenderà dal Cielo, la sua mamma — E nonostante tutto tener sempre
Aperto il cuore, e come noi fuori Spingemmo i nostri figli, saperli anche Riaccogliere.
NOTTURNO
sera.
è sera l’aria è tersa la luna risplende l’odore di piante verdeggia lontano c’è odore di asfalto di pietra bagnata di smog e l’odore gustoso ricco grasso della notte impregna l’aria entra nelle case
è il momento di andare
per le vie per le vie per le vie cittadine la luna mi spinge mi spinge lontano per le vie — vedo reticoli aggrovigliati le vie si snodano intorno a piazze isolati ed oltre ad un punto c’è un altro punto in ogni punto io vedo altri punti le vie si snodano in altre vie lo spazio si piega dentro alle vie a destra a sinistra ci sono altre vie via dopo via vado sempre più via la luna mi spinge la luna mi invia e preso in un febbrile stordimento all’orizzonte non vedo non sento altro che vie intrecciate intersecate accartocciate milioni e milioni e milioni di vie di vie di vie cittadine di incroci di bivi di intersezioni direzioni a non finire m’immergo mi perdo mi spinge la luna — la luna mi spinge nel labirinto della città —
insegne lampioni torce fanali mi cantano addosso — la luce urla saturata smagliante si riempie di gemme — con occhi sbarrati inalo l’aria l’ossigeno brucia lo vedo bruciare il fuoco illumina illumina il mondo la mappa si apre completamente dentro di me il mondo è completo fuori di me il mondo è completo e vedo davanti ai miei occhi il perché io so che cos’è, io so che cos’è, e tutto semplicemente è.
NEI PARADISI DI SUBURBIA
Nell’hinterland deserto soleggiato e nuvoloso e inquieto dove regnano asfalti e cementi, e in giro non si vedono ovvie presenze di esseri viventi se non l’incommestibile verdura sul ciglio della strada i parchi d’erba rada maltrattati i campi scordati di forasacchi e ortiche
è bello perdersi con gli amici al fianco cercare nutrie nei canali di scolo sentirsi insieme eppure uno solo sdraiati per terra avvertire il calore e contare i pianeti nel cielo sanguigno con un poco di fumo ammorbidire gli spigoli atroci della realtà
e in auto isolati dal clima sinistro cullarsi al rombo del motore, al ritmo di un rap sgangherato ma sincero confessarci impossibili amori e sogni e paure e speranze e terrori pontificare sul mondo e sul male
e senza più parole sorridenti respirare e naufragare naufragare naufragare
GHAZAL NOTTURNO
allora ciao un casto abbraccio si allenta il tuo odore lo porti via con te nella tormenta il tuo odore
che impregna il mio cervello non appena vedo alla porta il volto tuo che entra col tuo odore
che ci porta vicini più di quanto sia normale per far conversazione rosolata lenta nel tuo odore
tanto vicini ormai da sentirti il folle cuore e il petto forte e il deodorante gusto menta e il tuo odore
come vapore in una sauna che ristagna sul volto mio sudato ormai magenta quell’odore
che è ancora dentro me dopo questa serata castrata insoddisfatta spenta il tuo odore
che mi deride per la mia pavidità — ed io esausto insonne senza te vicino senza il tuo odore
tormentato-confortato dal luminoso spettro di Quello Che Poteva fremo in questo massimo mio ardore ed ogni cosa nella notte mi rammenta del tuo odore.
NASCITA
È stata una notte confusa un incidente Ci siamo piaciuti un po’ troppo Ci siamo saltati addosso A me non piace col preservativo dài facciamolo senza Dovresti metterlo Eddai Dovresti metterlo Eddai Mettilo ti prego ECCO GUARDA COME TE LO METTO
E insomma alla fine
Teniamolo ci siamo detti Teniamolo a me va bene averlo dài a te amore Anche a me dai sì anche a me Teniamolo Teniamolo Sarà un’avventura come dice la tv
Signore & signora
nuntio vobis gaudium magnum è un maschio lo dicono I Raggi Magnetici e quelli non sbagliano Sì sì la Sua pancia signora è ricolma di feto umano maschio vivente & vegetante ma no ma che c’entra signora sarebbe gaudium magnum pure se fosse femmina si fa per dire Fanno cento euro comunque
Ah era ora
finalmente un bel nipotino che gioia Eh eh eh voi due Quindi vi date da fare dopotutto eravamo tutti preoccupati Pensavamo come dire che tu sparassi a salve Ma dai non ti incazzare si fa per ridere Ridiamo siamo una famiglia AHAHAHAHA Guarda che bella culla nuova vi abbiamo comprato in legno FOPPAPEDRETTI® anallergico non in plastica merdosa cinese E il passeggino brand CHICCO® indistruttibile che nel caso di cadute-incidenti-apocalitticieventi ha l’airbag incorporato & GPS rintracciabile Oh Grazie! Ma figuratevi tanta pecunia è necessaria per un bimbo
L’abbiamo preventivamente iscritto
all’Asilo Einstein l’asilo dei genî Signori Genitori lo educheremo con amorevole severità non preoccupatevi Signori Genitori la vostra prole è in sicure mani con noi E se comprate il Pacchetto Platinum in caso di cadute-incidenti-apocalitticieventi lo salveremo per primo passando sopra agli altri bambini se necessario Ché questo È Un Mondo Competitivo e noi gli daremo il meglio per lottare fin dalla più tenera infanzia e imparare già coi denti da latte a morsicare via la testa del prossimo
Allora signora è pronta noi andiamo
Quanti Progetti Quante Speranze Ah dio che dolore DROGATELA Ma che devo fare devo spingere Signora non si disturbi non deve fare un cazzo qui pensiamo a tutto noi Quanti Progetti Quante Speranze Non sento più niente va tutto bene Signora è drogata ci mancherebbe altro che si metta a sentire qualcosa non deve sentire un cazzo qui pensiamo a tutto noi PING Cos’era quel suono Era un apparecchio ovviamente signora si dia una calmata Sì d’accordo ma che cosa fa Signora non si impicci fa cose mediche ecco tutto SEDATELA Aspettate non capisco che succede PING Quanti Progetti Quante Speranze SEDATIVO INIETTATO! DILATAZIONE? — VULVA DILATATA OTTO CENTIMETRI FORZA Vi prego che sta succedendo STIA ZITTA QUI PENSIAMO A TUTTO NOI Forse non mi andava di tenerlo dopotutto CONTI FINO A DIECI Non mi andava non lo voglio PING Bruciate la culla di legno il passeggino non lo voglio PING E vaffanculo quella scuola dimmerda PING Fatemi uscire fatemi uscire porco Dio PING SEDATELA ANCORA! Voglio Non capisco Cosa Dove
PING PING PING PING
LA PAZIENTE DORME
DILATAZIONE? — VULVA DILATATA DIECI CENTIMETRI
È IL MOMENTO DI USCIRE FIGLIOLO
Siamo accorsi sulla scena appena abbiamo saputo Sapevamo che sarebbe successo avevamo provato a prepararci ma Dio mio Un cratere enorme nella terra Una meteora forse No una capsula metallica Caduta dal cielo Dio mio Sembra stia uscendo la testa sì sì Vedo il cranio uscire dall’abitacolo Riesco a vederne il volto Dio mio È la cosa più terribile che abbia mai visto La cosa più terribile Terribile
tutte le foto di Clément Chapillon.