una raccolta di Emiliano Peguiron
editing di Fabrizio Pelli.
Carni
Nella calma sanguinano ancora le orecchie. Il senso sta solo dove non c'è e a capo bisognerebbe andare, per spezzare, cucire, ripetere la frase. Madre sapessi quanto piango quando spegni la luce, quando urli dall'altro lato del filo, quando vedo file di uomini nudi e martoriati per il piegarsi delle lenzuola: le loro carni immobili.
ghirigoro
Un ghirigoro può turbare il sonno più profondo e l'occhio si consuma in un frastuono: inizia una catena di rumore a cui non ci abitueremo. Eccole di nuovo le interferenze a macchiare le orecchie senza chiedere nulla dei fardelli. Le sofferenze mutano: ieri erano crisalidi, oggi sono farfalle resistenti al ghiaccio e al fuoco degli anni, saluta ma resta incollato alle teste come l'ospite indesiderato che dopo aver consumato l'intero pasto chiede l'amaro, muove la testa a ritmo e fa domande scomode.
senza titolo
Non voglio restare solo nell'oscurità. Spacciava ore d'aria nel parco giochi e luce ai pipistrelli, ai gufi e agli orfani.
Non voglio restare solo nell'oscurità. Scotennava i giusti e regalava pasticcini agli assassini delle bocche piene.
Non voglio restare solo nell'oscurità. Vivisezionava le arti e le barattava per briciole di segreti impronunciabili.
Non voglio restare solo nell'oscurità. Oggi dubito di tutto, anche dei dubbi ma l'ho vista aprire lo scrigno delle idee.
ricordi di una scommessa
Lo ricordo benissimo il giorno in cui mi sono perso per far ordine e tac tic toc i cassetti si aprivano furiosi: entrava e usciva ogni cosa.
Lo ricordo bene il giorno in cui ci siamo svegliati sottratti dall'equazione del materasso e della coperta. entrava in vigore l'ora della scoperta e quella legale si era crocifissa.
Non ricordo bene il giorno in cui siamo morti: credevamo di essere a prova di bomba. Poi un botto: esplosione di viscere, ma non c'erano aruspici. Abbiamo perso, ma il pronostico era a nostro favore.
Ho visto un uomo uscire dalla sala scommesse bestemmiando.
Di troppo
Ci sono parole di troppo le cancello le elimino strozzo ogni lettera strappo gli accenti ridicolizzo la punteggiatura impicco i sinonimi ai contrari non faccio caso torturo vocali e consonanti
È l'ora di coricarsi dopo tanta fatica ma non riesco: mi mancano le parole di troppo.
visciole
Imbalsamami di crema solare, prenditi cura di ogni strato di pelle, dei panni ancora da asciugare e tienimi al fresco nella borsa frigo.
Abitami se puoi senza fare troppo rumore, scena, bagliore che nel riposare vorrei la tranquillità che nessuno possiede. Donami delle posate per gustare i frutti dell'ombra.
Scrivimi infine come fossi una lettera, un testo importante ma senza pretese, lunghezza e grosse parole. Non mi invitare a cena: non saprei cosa dire.
Immagina e descrivimi il luogo in cui mi porterai a mangiare l'ultima fetta di torta alle visciole.
crack
Degli scatoloni con scritte che non servono a niente: chi non è fragile?
Del grande specchio Dove mi guardo ricevo numerosi clienti.
Delle parole sprecate, gettate nella mischia, dimenticate nella polvere.
Ho sentito il solito crack come tutte le volte che rompo qualcosa.
tutte le foto di Alexander Rotondo.